Metodo di lavoro
Qual è il mio orientamento clinico? Che strumenti mette a disposizione? In che modo si svolgono i percorsi di supporto psicologico che propongo?
In questa pagina troverai risposta a queste domande.
All’interno della Psicologia esistono diversi orientamenti clinici che derivano da diverse teorie di riferimento e che utilizzano strumenti differenti per promuovere il benessere.
Tra questi, quello cognitivo comportamentale è uno tra i più diffusi e si articola in tre generazioni o “ondate”: prima, seconda e terza.
Gli strumenti che utilizzo durante i percorsi di supporto psicologico derivano dall’Acceptance and Commitment Therapy (ACT), una terapia cognitivo comportamentale di terza generazione con solide basi scientifiche, che ha mostrato la sua efficacia nel trattare una vasta gamma di difficoltà di natura psicologica (ad oggi esistono più di 500 studi scientifici che ne mostrano l’efficacia clinica).
Quali sono gli obiettivi dell'ACT?
Molti problemi di natura psicologica sono il risultato di esperienze che hanno reso il nostro comportamento rigido e ristretto.
L’obiettivo di un percorso ACT è quello di aiutare il paziente a diventare più flessibile e ad adattarsi in modo più efficace alle situazioni che si trova ad affrontare nella vita quotidiana, coltivando comportamenti che possano rendere la sua vita più ricca e significativa.
A chi è adatto un percorso ACT?
L’ACT è una terapia transdiagnostica: questo vuol dire che mappa e lavora su alcuni processi alla base del benessere psicologico. Questi processi sono presenti in tutti gli esseri umani. Quello che cambia, tra persona e persona, in funzione della sua storia ed esperienza, è il suo livello di flessibilità psicologica.
L’ACT è pertanto particolarmente adatta a trattare difficoltà di diversa natura: dai disturbi d’ansia, a quelli depressivi, dai disturbi del sonno a quelli sessuali.
Quali strumenti fornisce un percorso ACT?
Con l’aiuto del terapeuta, si lavora per:
• Coltivare maggiore consapevolezza. Essere in contatto con il momento presente, in modo non giudicante, aiuta a notare con più serenità le difficoltà che si presentano e a scegliere di agire piuttosto che reagire ad esse.
• Mettere distanza tra sé e i propri pensieri. Durante la terapia si impara a dare il giusto peso ai propri pensieri e alle proprie emozioni e ad osservarli per quello che sono, senza aggiungere etichette e sofferenza.
• Abbandonare la lotta con pensieri ed emozioni sgradevoli e cambiare prospettiva,
relazionandosi in modo più leggero e compassionevole con sé stessi e con il proprio dolore.
• Entrare in contatto con i propri valori e le proprie risorse e a definire obiettivi in linea con ciò che davvero è importante per la persona.
• Trovare gli strumenti più efficaci per muoversi nella direzione in cui si vuole andare.
I 4 step dei percorsi di supporto psicologico sono:

1) Primo contatto
Puoi scrivermi su whatsapp, mandarmi un sms, o compilare il form che trovi qui sotto per concordare un primo contatto telefonico.
Durante la chiamata parleremo brevemente dei motivi che ti hanno portato a contattarmi e ti fornirò tutte le informazioni necessarie per poter fare una scelta consapevole rispetto all’inizio del percorso (es. informazioni sul mio metodo di lavoro, compenso, durata degli incontri, ecc…).
È questo un momento importante per chiarire eventuali dubbi e per anticipare le difficoltà che stai riscontrando.
Al termine della chiamata, se avrai deciso che il percorso proposto fa al caso tuo, fisseremo un primo appuntamento.

2) Colloqui anamnestici
I primi incontri di un percorso di supporto psicologico sono fondamentali per inquadrare nel modo più chiaro possibile le difficoltà che stai sperimentando e cucire su di te un percorso, come un abito su misura.
Questa fase normalmente coincide con i primi 3-4 incontri, in cui ci vedremo con una cadenza settimanale e definiremo gli obiettivi che vogliamo raggiungere in modo da poterne monitorare nel tempo il raggiungimento.


3) Percorso di supporto
E’ questa la parte centrale del percorso.
Sulla base degli obiettivi che avremo stabilito insieme, definiremo un piano terapeutico e lavoreremo per aiutarti a raggiungerli nel modo più efficace e duraturo.
In questa fase la cadenza degli incontri potrà variare, sulla base delle difficoltà manifestate e delle tue necessità e possibilità.
Potrebbe essere ad esempio ottimale inizialmente una frequenza settimanale, per poi ridurre gli incontri a due ogni mese e così via.
Credo fermamente, che una parte essenziale dei percorsi psicologici sia rappresentata dalla loro sostenibilità, in termini economici e di tempo.

4) Mantenimento
Nel momento in cui avremo appurato che gli obiettivi del percorso sono stati raggiunti, potremo decidere di concluderlo.
Nei mesi successivi rimarremo in contatto per verificare che i risultati si siano mantenuti.
Di norma ricontatto i miei pazienti con cadenza man mano crescente (dopo 3 mesi, dopo 6, dopo 12), per monitorare che tutto proceda al meglio.
Ovviamente rimarrò disponibile per qualunque necessità anche dopo il termine del percorso.
